“Allora come hai ritrovato Zhongshan?” “Cambiata.”

Che Angelo non sia mai stato un campione di eloquenza era piuttosto noto. Sono infatti altre le qualità che gli vengono riconosciute…
Ma è opportuno fare un passo indietro. Tra il 2009 e il 2010, durante la mia permanenza a Zhongshan, Angelo è stato un carissimo amico, nonché vicino di casa. Entrambi siamo poi ritornati in Italia e alle nostre vite nell’ex Bel Paese: lui a Torino ed io in provincia di Padova. Negli ultimi tre anni siamo sempre rimasti in contatto, tenendoci aggiornati sugli sviluppi personali delle nostre vite, e mettendo spesso in comune il nostro malcontento e insofferenza per un lavoro che singhiozza a livello di soddisfazioni e miglioramenti retributivi (“i schei”…). Da quando siamo rientrati in Italia, fino a un paio di settimane fa, nessuno dei due era più tornato in Cina. Angelo, però, proprio di recente, su proposta dell’azienda per cui lavora, è tornato a Zhongshan, dove rimarrà per diversi mesi.
In questi ultimi tre anni, guarito un po’ a fatica dal mal di Cina, sono rimasti dentro di me solo due sentimenti: il desiderio, penso insito nel mio carattere, di conoscere posti nuovi e preferibilmente lontani, e la curiosità, se mai si fosse presentata l’occasione, di rivedere Zhongshan e la Cina. Questo secondo desiderio sinceramente si è però ridimensionato dopo un sintetico scambio di messaggi da 9000 km di distanza (vedi titolo del post).
In effetti, che senso avrebbe ora rivedere Zhongshan? Rifatto il giro dei soliti posti, quanti giorni riuscirei a rimanerci prima di diventarmi stretta? E se l’odore delle Cina fosse cambiato? Forse è il caso di tenersi un po’ di ricordi, dai colori sempre più sbiaditi e, ora più che mai, vivere questo mio tempo presente.

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