Venezia

L’origine del tricolore italiano risale al periodo risorgimentale. In particolare il bianco e il rosso, presi in prestito dalla bandiera francese, erano simboli della rivoluzione intesa come sovranità per il popolo e libertà per la nazione. L’utilizzo del colore verde ha diverse interpretazioni. Era il colore delle uniformi della Guardia Civica milanese, ed essendo stato adottato dai miliziani italiani che combattevano al fianco di Napoleone, andò a rappresentare tutti coloro che hanno combattuto per la libertà dell’Italia. Inoltre per la Massoneria il verde era il colore della natura, quindi simboleggiava tanto i diritti naturali dell’uomo quanto il verde e florido paesaggio naturale italiano [1].
L’utilizzo del leone marciano e dei relativi simboli (le ali, il libro, la spada, l’aureola) nei gonfaloni della Repubblica Serenissima si perde invece nei secoli. In tale rappresentazione e
rano simbolicamente presenti tutti i caratteri con cui Venezia ama pensare e descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace, forza militare e pietà religiosa [2].
Lascio a voi ogni naturale confronto: 150 anni di storia, spesso torbida, e la massoneria da una parte, una storia millenaria, e gli ideali di Venezia dall’altra.
Nei giorni successivi al plebiscito del 16-21 marzo con cui il Veneto ha decretato la sua indipendenza dall’Italia, ho seguito con curiosità e interesse le reazioni suscitate sui giornali, in internet e in televisione. Accanto a coloro che hanno affrontato il tema con serietà, analizzando e cercando di comprendere quanto accaduto, mi è sembrata che la reazione dei più, principalmente non veneti, sia stata di scherno e di derisione. Si è cercato di sminuire i fatti e la loro portata, riducendoli a un episodio di puro folklore. Molti addirittura hanno palesemente umiliato i veneti, trattandoli da stupidi e ignoranti. Altri invece si sono limitati a bollare l’iniziativa come una semplice protesta fiscale. Queste però sono tutte interpretazioni false, o per lo meno parziali. Ed è evidente che in molte regioni italiane, non si riesca a capire che ci sono molti veneti, la maggior parte direi, che non si sente italiana. O si sente più veneta che italiana. Al di fuori del Veneto non si riesce a comprendere come ci si possa emozionare per la bandiera di San Marco, non si riesce a comprendere il senso di appartenenza verso questa terra.
Io penso che 150 anni di storia non siano sufficienti per cancellare quello che è stato la Repubblica Serenissima. E non penso sia nemmeno solo nostalgia. Forse la storia lascia delle tracce nascoste dentro di noi e su quanti verranno. Tracce che nel tempo riemergono, lentamente riaffiorano.

[1], [2] Fonte: Wikipedia

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